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Novita die parchi

9° Mercato dei parchi svizzeri, 15 maggio 2025

Le jeudi 15 mai 2025, le Marché des parcs suisses revient sur la Place fédérale à Berne. Au programme : des spécialités, des dégustations, des jeux et activités participatives sur les stands, de la musique et tout ce qu'il faut pour passer un bon moment. Une date à réserver !

Les parcs suisses sur la voie du tourisme régénératif

Les parcs suisses s'engagent en faveur d’une véritable durabilité dans le secteur du tourisme et des loisirs. Les offres touristiques dans ces régions uniques visent à engendrer le moins d'effets négatifs possible et même à générer des effets positifs.

Postfazione

Possibilità e limiti dei parchi svizzeri

Stefan Müller-Altermatt
I parchi svizzeri sono regioni modello per lo sviluppo sostenibile. Quella che può sembrare una semplice frase fatta racchiude invece un significato ben più profondo: rappresenta un mandato chiaro per i parchi, chiamati a svilupparsi in modo esemplare in tutte e tre le dimensioni della sostenibilità, elaborare progetti innovativi e poi trasferirli al resto della Svizzera. I contributi contenuti nel presente Libro bianco dei parchi svizzeri dimostrano che lo stanno facendo con tutte le loro forze e con ottimi risultati, ma anche che stanno raggiungendo i loro limiti.

I parchi svizzeri sono attori preziosi per le loro regioni nel contrastare l’esodo e le debolezze economiche. Non solo apportano un valore aggiunto a regioni spesso economicamente svantaggiate, ma anche e soprattutto apprezzamento. Non è un caso che questo aspetto emerge nitidamente dal contributo di Ernst Landolt sull’agricoltura. I parchi possono amplificare l’impegno a favore di una maggiore sostenibilità nell’agricoltura attraverso prodotti e progetti, costruendo un ponte tra le città e la campagna e contrastando la svalutazione dell’attività agricola.

Affinché un parco possa diventare un «parco del futuro», come auspicato da Maja Repele, e allo stesso tempo compiere grandi passi avanti in termini di protezione della natura, come sottolineato da René Amstutz, occorre ben più di un semplice finanziamento iniziale. I parchi svizzeri hanno bisogno di un finanziamento stabile e a lungo termine per poter sfruttare appieno il loro potenziale ecologico, sociale ed economico.

Le iniziative descritte da Christian Bernasconi, in cui i parchi presentano le peculiarità delle loro regioni, hanno certamente un impatto sui visitatori e sulla popolazione locale. Tuttavia, per far comprendere l’importanza dei parchi alla popolazione in generale, è necessario che i loro compiti e le loro prestazioni siano tema di discussione nelle scuole. Ma diventa ancora più importante affermare il modo in cui vengono trasmesse le conoscenze nei parchi: in Svizzera deve tornare ad essere naturale imparare nella e dalla natura.

Le regioni modello sono tali solo se riescono a essere fonte d’ispirazione. Se, grazie alle loro esperienze, possono contribuire al progresso in tutta la Svizzera. Una best practice citata più volte dagli autori di questo libro è il coordinamento e la cooperazione a livello regionale. In relazione al settore energetico, Fabienne Thomas descrive come i parchi risolvano i conflitti di obiettivi esistenti nel campo delle energie rinnovabili. Franziska Grossenbacher vede il prezioso impegno dei parchi nell’attenuare la pressione sul paesaggio attraverso il coordinamento degli attori. Marc Münster lo descrive in modo conciso: il valore aggiunto regionale presuppone un catalizzatore regionale.

I parchi svizzeri si considerano catalizzatori e ormai sanno benissimo come, in quanto tali, ottenere risultati. Patrice Borcard, presidente di un parco, descrive in questi termini come il lavoro strutturato in rete aumenti l’efficienza, amplifichi la portata delle azioni e unisca le forze. Uno strumento utile non solo ai parchi. È comprensibile e coerente che, soprattutto nelle aree meno popolate, si risponda alle risorse finanziarie e umane limitate con la creazione di consorzi e fusioni comunali. I parchi dimostrano però che si genera un valore aggiunto quando si riesce a pensare e a coordinarsi al di là dei compartimenti amministrativi.

I parchi sono esperimenti a lungo termine. Come osserva Emmanuel Reynard, documentano le dinamiche delle loro regioni, che sono soggette a fattori estrinseci globali, in particolare ai cambiamenti climatici. Anche nei luoghi idilliaci e immersi nel verde, avverte Nana von Felten, i cambiamenti climatici sono percepibili, forse addirittura di più che nelle grandi città. La società e la politica hanno ancora parecchia strada da fare. I parchi devono fungere da piattaforme d’informazione e di sensibilizzazione per diffondere le conoscenze sui cambiamenti climatici e rendere disponibili su vasta scala gli strumenti di comunicazione e le misure di adattamento.

Per quanto riguarda gli obiettivi conflittuali in relazione alle energie rinnovabili, al turismo e all’agricoltura, laddove l’economia e la protezione del paesaggio si contrappongono, le discussioni vertono piuttosto sui metodi, ovvero sulla domanda: come si fa a riunire gli attori attorno a un tavolo per trovare un denominatore comune? I parchi possono fungere da piattaforme di mediazione e coinvolgere le persone in una fase iniziale del progetto, sviluppando così il metodo necessario e ottimizzandolo a seconda della situazione. Grazie al loro potenziale, i parchi devono avere l’ambizione di contribuire a risolvere gli obiettivi in conflitto non appena emergono nei parchi o nelle regioni più vaste che li ospitano.

I parchi svizzeri cercano di soddisfare questa esigenza di essere attori regionali e sovraregionali. Come già detto e come si può leggere nei contributi: facendo del loro meglio e anche spingendosi oltre i propri limiti. Perché i parchi devono essere molte cose: piattaforme, catalizzatori dello sviluppo, esperimenti a lungo termine, promotori dell’immagine. Con i loro contributi, le autrici e gli autori hanno espresso le aspettative, descritto i risultati ed evidenziato i limiti da un punto di vista esterno. Meritano un ringraziamento speciale per aver dato voce a questa prospettiva esterna con schiettezza e con un ampio respiro.

Stefan Müller-Altermatt

Consigliere nazionale, Presidente della Rete dei parchi svizzeri